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Morte encefalica e dignità della persona trae ispirazione dall'invito di papa Benedetto XVI ad approfondire la ricerca riguardante l'accertamento della morte con il criterio neurologico, dopo la sua messa in discussione in un articolo di Lucetta Scaraffia apparso su L'Osservatore Romano del 3 settembre 2008. Il paziente con diagnosi di morte encefalica è già deceduto o è semplicemente un morente? La morte, dal punto di vista filosofico e teologico, è un evento unico oppure è un processo presente lungo tutta la vita? Il rapporto di Harvard mantiene ancora la sua fondatezza di fronte alla critica filosofica di Hans Jonas e alle successive scoperte scientifiche? L'utilizzo del criterio neurologico è ancora moralmente ammissibile secondo l'insegnamento del Magistero Cattolico? A questi interrogativi la ricerca cerca di rispondere facendo interagire le varie discipline filosofiche, teologiche e scientifiche alla luce del personalismo ontologico. L'obiettivo è di offrire una riflessione etica riguardante - da una parte - la validità del concetto di morte encefalica allo stato attuale della ricerca medica; dall'altra, la conformità o meno di tale criterio neurologico al rispetto dovuto alla dignità della persona umana sia nell'ambito medico sia nell'ambito della dottrina della fede.

Jalkh Bernard
9788830818736
1 Articolo

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