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L'inizio degli anni Sessanta segna per la Roma ecclesiastica un cambiamento profondo al suo interno e nelle relazioni con il mondo della politica: i mesi dell'annunzio, preparazione e celebrazione del concilio Vaticano II segnano anche l'inizio della Ostpolitik, il profondo ripensamento dell'atteggiamento verso Israele, la scelta di agire per la pace, la intuizione della dignità della persona umana, il primo distanziamento rispetto alla dialettica parlamentare italiana. Nelle grandi crisi del periodo - da Cuba al Congo, dal Vietnam a Budapest, dall'Algeria a Dallas - il prestigio vaticano cambia e cresce. Giovanni XXIII lascia al suo successore non solo un concilio da finire, ma un nuovo protagonismo. L'altra Roma - quella dei governi, delle grandi potenze, dei paesi che scivolano verso le dittature e di quelli che lottano per l'indipendenza - scopre nel concilio una chiesa capace di una universalità senza ideologie. Questo volume racconta questo passaggio affascinante con rigore e completezza, restituendo le informazioni e le opinioni dei leaders di quel mondo - da Kennedy a Kruscev, da Johnson a Breznev, da De Gaulle ad Adenauer, da Franco a Salazar, da Fanfani a Spaak, da Nasser a Golda Meir - così come sono fissate in migliaia di dispacci diplomatici finora inediti, provenienti dagli Archivi dei ministeri degli esteri di Bruxelles, Bonn, Buenos Aires, Gerusalemme, L'Aja, Lisbona, Londra, Montreal, Mosca, Parigi, Roma, Washington.
9788815078643
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