Una società che rifiuta il cambiamento si chiude anche alla vita. Alle radici del pensiero che rifiuta la nascita. L'aborto non è solo materia di cronaca quotidiana, e di battaglia politica. Esso non inizia con le leggi che lo legalizzano, così come non era un delitto ''come un altro'' quando era considerato un crimine. La polemica politica sull'aborto è quindi giusta, ma quasi sempre inadeguata. Perché lo considera soprattutto come un fare male, un malaffare, senza indagare la sua natura in quanto malessere, essere nel male, in una situazione di forte disordine e disagio. Sconfiggere l'aborto e i suoi orrori, legalizzati o illegali, significa dunque niente meno che prendersi la responsabilità di rifiutare la tentazione regressiva, egoista ed onnipotente, della conservazione dell'esistente, aprendosi al nuovo che ogni giorno nasce e ci chiede accoglienza ed amore. Significa accettare di sacrificarci per lui, per il bimbo che viene nel mondo, anziché sacrificarlo al nostro piacere, ma soprattutto al nostro, soltanto immaginato, potere su un esistente, la realtà , che invece nella sua incessante trasformazione, ci oltrepassa e ci trascende, in ogni momento.
9788821564000
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