"La musica è come un bambino che ha imparato a camminare, ma deve ancora essere guidato". Sono parole di Ferruccio Busoni (1866-1924), musicista e musicologo, empolese di nascita, triestino per discendenza materna e tedesco di adozione, natura di confine tra due mondi geografici - l'Italia e la Germania - e due mondi culturali - il classicismo e l'avanguardia - nonché straordinario interprete di una "giovane classicità". Se Arnold Schönberg, il grande teorico della dodecafonia e della musica atonale, con cui Busoni intrattenne un significativo carteggio, sosteneva che "l'arte è l'invocazione angosciosa di coloro che vivono in sé il destino dell'umanità", Busoni replicava che "gli avvenimenti esteriori si svolgono dinanzi ai nostri occhi, quelli interiori sono percepiti dal nostro orecchio" e che proprio in questo "consentire" la percezione profonda del mondo interiore consiste la funzione della musica. Nel suo libro, Giuseppe Calliari ripercorre con raffinata competenza e avvincente partecipazione il percorso umano, estetico e musicale di Busoni. Un percorso dal quale emerge nitidamente la concezione della musica come di un elemento vivente, la cui essenza è quella di dispiegarsi verso la tensione che porta l'uomo, nella finitezza della sua condizione, a non negarsi sforzi per rendersi capace di trascendenza. Un itinerario appassionante e coinvolgente, rivolto a tutti gli appassionati e cultori di musica e a tutti coloro che avvertono in sé il desiderio di provare a "trascrivere l'infinito".
9788860890719
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