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Max Picard, singolare medico filosofo svizzero (1888-1965), ancora poco noto in Italia, rappresentava il mondo del Novecento come minacciato dal rumore continuo, dalla chiacchiera vuota, da "parole corrotte", dall'inarrestabile alleggerimento della realtà e delle relazioni. Secondo Picard occorre volgersi di nuovo alle cose e ai volti per imparare ad ascoltarne il silenzio originario e a dirlo in parole integre e in immagini pregne. La severa critica di Max Picard alla modernità fa uso di un linguaggio ricco di metafore, poetico ed evocativo, ma nel contempo rigoroso e stringente, del quale sono splendidi esempi opere quali" La fuga davanti a Dio", "Hitler in noi stessi" e "Il mondo del silenzio". Jean-Luc Egger ricostruisce in queste pagine i cardini del pensiero picardiano a partire proprio dal silenzio, senza il quale la parola, le cose e l'uomo stesso sono destinati a smarrire la propria identità.
9788860891235
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