La situazione attuale della vita consacrata, con la sua sterilità e le sue crisi, rivela una sua non corrispondenza con i piani di Dio e le esigenze profonde del cuore umano che anela a una salvezza. Essa è condizionata dalla cultura occidentale, radicata in un concetto dell’”io” assoluto che può intessere solo rapporti di utilità, distruggendo quegli stessi diritti umani e tanti valori umanistici di civiltà vera che pure aveva prodotto. La Chiesa ha ritenuto per molto tempo di potere coniugare cristianesimo e cultura occidentale, e ha così edulcorato il vangelo e reso difficile il suo annuncio. La vita religiosa, nel bene e nel male è stata parallela alla occidentalizzazione del cristianesimo e ha gradatamente perso la sua carica profetica. Abbiamo bisogno di una nuova concezione antropologica. Potremmo dire: passaggio dall’“io” al “sé”, dall’essere alla relazione. Non più “Io sono”, ma “Io siamo”; più conforme alla visione cristiana che vede la profonda identità di Dio nella Relazione, nella Comunità Trinitaria: è l’ecclesiologia del Vaticano II. Il religioso è colui che incarna questo uomo nuovo, questo nuovo cristiano: il principio–segno della possibilità di vivere il Vangelo e quindi di annunziarlo senza tradirlo e senza edulcorarlo. Il testo di F. Scalia è attuale e provocatorio. Richiama la vita consacrata alla sua radicalità.
9788831530293
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