L'interesse principale del volume è il nesso fra antropologia e morale, cui non è estranea una perplessità nei confronti dell'etica contemporanea, ricca di prospettive e di contenuti, ma anche impegnata con modelli etici troppo lontani da una riflessione antropologica fondamentale. È vero inoltre che certe parole, dense di significato speculativo, sembrano divenute impronunciabili: esperienza e soggetto, giudizio e verità, desiderio, volontà e libertà, natura e bene. La ricerca di questo volume va nella direzione non solo di un confronto critico costruttivo con alcuni atteggiamenti speculativi del moderno, ma anche in quella della riproposizione di alcune categorie classiche in una chiave genetico-dinamica. Il titolo allude all'idea che la generatività sia al cuore dell'esistente: il bene è fondamento ontologico dell'esperienza stessa. La tesi antropologica centrale è che il soggetto umano stesso ha un'identità relazionale generativa, che ha nell'accadere dell'essere e nel suo dinamismo il fondamento, nel desiderio trascendentale il suo orizzonte e nell'esperienza morale la condizione storica del suo esercizio.
9788834319048
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