Le economie a gestione centralizzata (dal nazifascismo al comunismo) sono state un grande fallimento non solo economico ma antropologico, umiliando la dignità e la libertà umana. Il mercato è l’unico strumento per l’allocazione delle risorse economiche conciliabile con la libertà e l’iniziativa della persona. Ma il mercato copre solo una parte delle relazioni sociali e deve essere governato da forti istituzioni. Su queste convinzioni, in Germania, negli anni appena precedenti il crollo del nazionalsocialismo si va affermando un nuovo pensiero, che è all’origine del solido sviluppo dell’economia tedesca, attuale motore economico del Vecchio Continente. Questo modello chiamato: Economia Sociale di Mercato o Ordoliberalismo, è sviluppato da un gruppo di pensatori raggruppati intorno all’Università di Friburgo, per cui si parla anche di Scuola di Friburgo. Ma è un filone di pensiero che si incrocia con altre importanti tradizioni intellettuali che esprimono vertici come Röpke e, da noi, Luigi Einaudi e Luigi Sturzo, tedeschi ed italiani che si riconobbero, negli anni, influenza reciproca e grande stima. L’Economia Sociale di Mercato vede nella libera formazione dei prezzi sul mercato un cardine irrinunciabile di una economia sana, perché garantisce la più vantaggiosa allocazione delle risorse; e vede lo Stato limitato a fare da arbitro del processo economico, mai agendo da attore, se non in casi rari e circoscritti, sempre bilanciati da opportuni “contrappesi”. È un pensiero che si incrocia, in più punti, con il pensiero della Dottrina Sociale della Chiesa, oggi oggetto di rinnovata attenzione, come analizza Marco Vitale nella postfazione. Due tradizioni che mettono al centro l’uomo, i suoi valori, la sua dignità, con le sue più profonde esigenze morali e spirituali ma senza sacrificare l’esigenza a una economia sana e rigorosa. Due tradizioni di grande equilibrio che trovano entrambe una rinnovata attenzione proprio nei nostri anni in cui il fondamentalismo di mercato e la finanziarizzazione forsennata dell’economia ci hanno portato a questa crisi gravissima, apparentemente senza via d’uscita. Ma questo pensiero ci indica anche la via d’uscita. Il libro ripercorre questo pensiero tipicamente europeo nato nel cuore economico e sociale più sano d’Europa, e che rappresenta anche la speranza di una nuova economia più civile e umana e quindi più efficiente.
9788870948301
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