Discorso come forma di vita. (Il)

Le pratiche discorsive sono una delle caratteristiche che distinguono la specie Homo Sapiens. Esse realizzano la forma di vita propria della mente umana che costantemente si industria di attribuire significato a ciò che avviene. Nei discorsi le persone svolgono una complessa e inarrestabile attività di costruzione che fa da sfondo alle mille condotte della vita quotidiana e consente loro di accedere in modo parziale e provvisorio a mondi comuni di riferimento. I discorsi producono un senso di controllo sulla realtà, perché forgiano sia i modelli di interazione con cui stabiliamo legami interpersonali sia gli schemi di elaborazione dell'immagine di Sé che adottiamo nella nostra esistenza. L'adesione a tale prospettiva di "costruzionismo sociale" delinea un particolare percorso di ricerca nell'ambito della psicologia della comunicazione noto come Analisi Critica del Discorso, che mira a valorizzare le istanze di rinnovamento sollevate dall'epistemologia postmoderna. Le prove a sostegno di tale impianto teorico sono fornite dall'analisi dei seguenti universi di discorso ad alta rilevanza psicosociale: i rischi di patologia evidenziabili nel dialogo interiore, i modi di esprimere l'esperienza scolastica, le prolusioni accademiche, le polemiche sul revisionismo storico, i modi di dirsi della solidarietà nelle associazioni di volontariato e le fini retoriche che hanno reso plausibile il lavoro flessibile. Gli strumenti interpretativi adoperati delineano un "approccio diatestuale", cioè uno stile metodologico che fa leva sulla trama narrativa e argomentativa intrinseca a ogni testo. La "forma di vita" resa disponibile dai discorsi consente quell'incontro fragile tra soggetti attivi che gli esseri umani realizzano ogni qualvolta possono agire insieme come enunciatorì di significato.