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Siamo nella “Seconda repubblica dell’educazione”, in cui regole e punizioni tendono a diventare sempre più severe. Ma, in modo direttamente proporzionale, anche sempre più inapplicate. Punire, dire dei no, tornare finalmente a battere solidi pugni sulla cattedra sembrano essere diventate le nuove fondamenta delle pratiche educative che promettono di salvare noi e la nostra generazione di figli anarchici. Ma spesso solo a parole. Nell’affrontare questo delicato tema, l’autore si chiede se si possa educare con disciplina senza considerare la domanda di giustizia che sale oggi dai giovani e non solo da loro. Non è forse l’assenza di giustizia a generare la violenza e l’anarchia che oggi respiriamo nell’aria piuttosto che la mancanza di regole? Non è che più proliferano regole disattese più si moltiplica il sentimento di ingiustizia?
9788874025251
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