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A partire dagli inizi del secolo XII vengono espressamente dibattuti in Occidente problemi di economia. La spinta alla riflessione è di natura etica e religiosa; ma ciò non impedisce che si produca una discussione in qualche modo autonoma, innervata dal confronto con il patrimonio dottrinale aristotelico. Nell’arco di poco più di un secolo, sino alla metà del 1300, si crea lo spazio di un linguaggio prima quasi sconosciuto: vi si dibatte di scambi, moneta, usura, frode, libertà economica. Di tale dibattito Tommaso d’Aquino è voce particolarmente autorevole. Il saggio di Langholm ne delinea il pensiero, anzitutto attraverso un profilo sintetico delle categorie antropologiche e spirituali preliminari alla materia economica, cui seguono la presentazione e la discussione delle principali tesi del Tommaso economista: aspetti etici del commercio, funzione del danaro, formazione del prezzo, usura e interesse. Queste pagine testimoniano con chiarezza il processo di cambiamento in atto nella società medioevale e il suo riorientamento culturale in chiave di apprezzamento delle realtà terrene, allorché si parla di ricchezza (che da ostacolo alla realizzazione spirituale dell’uomo diventa elemento positivo quando è moderata e conferisce sicurezza), di povertà (come scelta, non come destino) e dello scambio, fonte legittima di ricchezza per il mercante e la collettività.
9788834342794
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