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Con Dante in esilio rende testimonianza di una realtà storica che ha dell’incredibile: nei più terribili luoghi di sofferenza gli internati si sono ripetutamente e con vivissimo impegno rivolti all’arte, ma soprattutto alla poesia e in particolare alla Divina Commedia, autentica luce poetica che ha squarciato il buio di una prigionia asfissiante e che è stata letta con grande accanimento e conforto allo stesso tempo. Oggi, alla vigilia del settimo centenario della morte del Sommo poeta, Nicola Bultrini, poeta italiano tra i più raffinati e colti, ha messo insieme le testimonianze di quanti, italiani e no, letterati famosi (Guareschi o Gadda) o semplici prigionieri, si sono affidati a Dante per non vivere come bruti l’esperienza atroce della reclusione. Ne è scaturito un libro che contestualizza storicamente e materialmente le circostanze della frequentazione con la straordinaria ricchezza della Commedia in un percorso di testimonianze dirette su un testo capace di attualizzarsi qualunque sia l’inferno in cui venga letta.
9788881559909
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