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L’appello all’ospitalità, reclamato dai grandi filosofi del Novecento, è diventato ancora più urgente oggi, nella società dei muri e delle passioni tristi. E se la fame va sempre verso il pane, resta vero che non si sopravvive se non si impara a essere ospiti. Lezione che ci viene dalla vita: si è ospitali perché a nostra volta ospitati. La convinzione di questo volume è che la pratica ospitale abbia bisogno di un pensiero e di un modo di credere ospitali. C’è un carattere sacro, in questa consuetudine antica, che interroga la teologia. Se, prima che un diritto, esistere è un debito che si estingue solo diventando persone ospitali, la teologia è chiamata a favorire la convivenza tra le persone superando anche la propria autocomprensione, quando questa sia di ostacolo al dialogo, aiutando ad abitare questo cambio d’epoca e imparando ad accogliere le ricchezze spirituali che sono per tutti. Fino a farsi contributo pubblico a servizio della crescita umana e spirituale dell’umanità. La teologia del dialogo a partire dall’ospitalità che si sprigiona da questa ricerca sa di essere inquieta e incompleta. È anche capace, però, di immaginazione: quella di chi accogliendo gli altri immagina di accogliere gli angeli (cfr. Eb 13,2). Ecco qui allora una ricerca di grande valore per un credere ospitale, che dà fondamento teologico a un nuovo paradigma di accoglienza e che dischiude prospettive concrete all’indispensabile dialogo interreligioso.
9788839904966
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